16.2.2013
È l’una e mezza di notte, sono a letto da sola perché Dav ha
ancora un po’ di febbriciattola e mal di gola e russa, la tv è accesa e io gioco
al solitario con il telefonino, non ho proprio sonno, la giornata appena
trascorsa è volata, mi sentivo in grande forma, ho pulito tutta casa, mi sono
fatta una bella doccia e mi sono fatta la piega ai capelli, ho avuto anche
tempo per fare dei buonissimi muffin al cioccolato con la Lelly, sindrome da
nido? Boh, lo spero e intanto mi preparo per la notte… ma il sonno non arriva,
anzi.
Ho qualche contrazione, non capisco, mi sembrano più serie di
quelle preparatorie che ho avuto fino ad ora, vado in bagno, mi sento un po’
strana ma tranquilla e mentre sono sulla tazza capisco che mi si è rotto il
sacco, credo in alto o comunque in una posizione strana, le acque sono chiare e
io perdo liquido solo se mi alzo in piedi, mi metto a cavallo di un bell’assorbente
notte super e decido di svegliare il papino.
“Credo si siano rotte le acque, forse è meglio che chiamiamo la
nonna Elvia”. E così la povera nonna destata nel profondo dei suoi sogni si
fionda per le strade deserte e alle due
e mezza arriva a casa nostra per passare la notte con Isabella.
È una bella sensazione, siamo tutti molto sereni e io sono
felice perché tra un po’ conoscerò la mia seconda principessa.
Prendiamo la valigia e partiamo alla volta di Mirano, è una
bella notte dall’aria frizzantina, il cielo è stellato e c’è un piacevole
silenzio, le strade sono sgombre e in un
batter di ciglia arriviamo in ospedale, sono le tre e mezza, ci accolgono le
ostetriche, mi visitano, sono dilatata solo di due centimetri ma dato che il
sacco è rotto, mi ricoverano, inizia ufficialmente il mio travaglio quindi
anche Davide può entrare in sala travaglio. Mi mettono in monitoraggio, la
stanza è accogliente, siamo solo noi due ed
una notte tranquilla anche in reparto, ho le ostetriche tutte per me,
quella che mi segue è giovane, simpatica ma molto professionale, mi piace e mi
mette a mio agio, sì sì piccola Beatrice, è una notte ottima per nascere…
Iniziano le contrazioni un po’ più serie, sono distesa a letto,
Davide è al mio fianco, io questa volta mi impongo di RESPIRARE BENE, cosa che
non ho fatto con Isabella e che mi è costata cara!
Il dolore è in aumento, fa male cavoli non me lo ricordavo più
così forte, però io respiro bene e mi sento davvero tranquilla, certo questa
volta so a cosa vado incontro sono di
sicuro meno sconvolta dal dolore.
È passata un ora da quando siamo entrati e l’ostetrica mi fa
andare nell’ambulatorio per controllarmi, ancora due centimetri, allora mi
propone di stare seduta in modo da aiutare Beatrice a scendere per forza di
gravità, mi siedo su una poltrona comoda nella nostra stanzetta, ci abbassano
le luci e questo mi aiuta a rilassarmi, le contrazioni sono sempre più intense
e ravvicinate ma io sono davvero brava, non urlo, non mi contraggo, respiro a
fondo e tengo la mano di Davide che ha pure il coraggio di dormire dicendomi
“Questa volta sei noiosa…”
Passa un'altra oretta, mi sembra un eternità a dire il vero, mi
controllano di nuovo, “ancora due cm tesoro però il collo dell’utero è
completamente appianato, vedrai che da qui a un oretta partorisci” io scendo
dal lettino dell’ambulatorio smadonnando “ma non avevano detto che il secondo
ci mette di meno?!”
Eeeeh sì cara mia, è proprio così… mentre cerco di rimettermi le
mutande sento un incredibile, inconteneibile dolorosissima VOGLIA DI SPINGERE e
penso “non è possibile Manu, hanno detto che sei di 2 cm, torna in camera”.
Ci metterò un quarto d’ora a tornare in camera per i dolori
sempre più forti e per la sensazione bruciante della testina che spinge in
basso, cavolo fa male,,, non è possibile mi ripeto, ha detto 2 cm… ma io ho
malissimo e ho un urgentissimo bisogno di spingere, lo dico a bassa voce tra me
e me, entrando in stanza, Davide non c’è ma dove cavolo è andato???
Non c’è nessuno e allora io urlo perché forse non riesco nemmeno
a rimettermi a letto dal dolore e dall’impellenza “Ahhhhh IO SPINGO!!!” urlo,
qualcuno mi sentirà, ma Davide dov’è????
E succede tutto così velocemente che non riescono nemmeno a
portarmi in sala parto, le vedo arrivare in due, lamia ostetrica e una nuova
che sta per montare in turno, (scoprirò più tardi che erano corse per sgridarmi
per gli urli, perché mai si sarebbero aspettate una dilatazione così rapida) sono
distesa a letto e spingo una volta, “Cavolo BRUCIAAAAA”, la mia ostetrica mi
apre le gambe e mi dice “ quando hai voglia spingi tesoro” io penso “vedi, lo
sapevo, anche Isabella mi ha fatto lo stesso scherzetto! Ho detto che ho voglia
di spingere!”, un trambusto totale, gente che corre, ostetriche che chiamano il
nido, e io ho troppo male e penso “fuori di qui piccola, ora mamma spinge
davvero forte!” e con un urlo gutturale, senza nemmeno l’appoggio per le gambe,
mi tengo con le mani sotto alle ginocchia, do la spinta più forte che posso e
la sento letteralmente schizzare fuori!
Oddio è nata… svengo! E invece no, sto bene, sono stravolta ma
sto bene e la vedo, vedo questo piccolo cosino con un cordone chilometrico, la
prendono e la puliscono subito, sta bene, ma dove cavolo è Davide!?!?!
E mi accorgo che lui è lì… in corridoio, sulla soglia della
stanza, fermo immobile, attonito, con una sola manica del camice infilata, è
pallido, ha visto tutto poverino e sta piangendo, di terrore, lo avevano
chiamato le ostetriche per farlo vestire in tranquillità, e in un secondo è
successo il finimondo: io che urlo, le ostetriche che urlano, il ginecologo e
quelle del nido che si catapultano nella stanza e poi lui vede sangue e la Cice
che schizza sul fondo del letto. Ha preso tanta ma tanta paura povero amore
mio, e mentre mi fanno baciare la piccola lui entra piano, mi guarda con gli
occhi gonfi di lacrime e mi dice “non si fa così, ho visto tutto” il mio povero
cucciolone che credeva mi stesse succedendo qualcosa di brutto… è stravolto per
la vista del sangue, perché ha visto bene uscire Beatrice da dov’era e non
credo fosse una vista molto romantica, si ripiglia subito però e si fa venire
gli occhi lucidi per la sua seconda piccola principessa, la voglio attaccare
subito e lei si attacca che è un piacere…
Per la seconda volta in vita mia, lascio che tutto vada come
deve andare, e accolgo a braccia aperte questa meravigliosa, stravolgente,
unica esperienza. Catturo le immagini, i volti di chi mi assiste, gli odori
dell’ambiente, delle persone, i miei, quelli di Beatrice, e immagazzino tutto
nel mio cuore nello stomaco, in quel posto speciale, che solo le esperienze più
importanti della vita hanno.
Sono le 6.59 del 16 febbraio 2013, Beatrice Porrozzi è venuta
alla luce, pesa 3,100 kg e misura 50 cm.
Siamo entrati alle tre e mezza, in tre ore e mezza sei nata, è
stato intenso, veloce e spettacolare come può essere solo il dare alla luce il proprio figlio!
Ci portano in stanza e finalmente me la riportano assieme al
papà, lavata e vestita, così finalmente ho il tempo di guardarla davvero, di
soffermarmi su ogni piccolo centimetro della sua pelle…
“Ciao… eri tu li dentro, come sei buffa, bella, ma buffa,
assomigli tanto a tua sorella ma sei altrettanto diversa. Sei una meraviglia piccolo amore
mio, assomigli tanto al tuo papà, il cuore mi si gonfia di gioia, mi rendo
conto che sto anche bene e sono davvero serena, ora voglio solo stare con te e
non vedo l’ora che arrivi Isabella a conoscerti, sarà bellissima la nostre vita
a quattro piccina, grazie di esserci, grazie per avermi scelta come mamma”.
Grazie Davide grande amore mio, hai visto che meraviglie ci
escono fuori a noi le figlie?
Sento un onda calda di puro amore che mi avvolge, ci siamo io,
te e il papà e tra un po’ arriverà Isabella, non c’è nulla di più che io
desideri, nulla di più importante al mondo.
E per la seconda volta mi sento una donna forte e immensamente fortunata, ce l’ho fatta
piccolina, sei con noi, che il sole scaldi e illumini ogni tuo passo!
Ti amo, Vi amo!